Infografiche Covid-19

A seguito della crescente necessità di disporre prontamente di informazioni sull’andamento dell’emergenza sanitaria in corso, la raccolta ed esposizione dei dati disponibili è diventata un'attività fondamentale e cruciale nella lotta al virus e alle “fake news”. Questa necessità è accompagnata anche dall’importanza di esporre i dati in infografiche che siano di facile lettura ed interpretazione anche da parte di un pubblico non esperto.

La presente raccolta, realizzata in piena autonomia dai soggetti riuniti sotto il cappello Open Innovation (Startup, Data Scientist, Freelance, Maker, etc.), propone e aggrega delle infografiche sull’emergenza Covid-19, basate sugli Open Data e su altre pubblicazioni pubbliche fornite dalla Protezione Civile, dall'ISTAT e da Azienda Zero.

L’obiettivo degli esperti che trattano e raccontano i dati (information design) è quello di mettere a disposizione di tutti, tavole grafiche sull’emergenza COVID-19 nel Veneto, in modo semplice, chiaro e comprensibile.

Ulteriori informazioni sull'emergenza COVID-19 sono a disposizione nella pagina informativa sul sito della Regione del Veneto e nell’area dedicata gestita dalla Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Veterinaria.



Sito ufficiale di Azienda Zero, con tutte le informazioni relative al Coronavirus nella Regione Veneto:

https://www.azero.veneto.it/-/emergenza-coronavirus

Pagina editata con il contributo tecnico di Fabio Da Rolt e contenutistico di Sara Yacoub e Annachiara Pino

“Focus: cos’è il Coronavirus”

I Coronavirus appartengono ad una famiglia di virus nota per causare diverse malattie che spaziano dal comune raffreddore a malattie respiratorie più gravi. Il 12 febbraio 2020, il coronavirus responsabile della pandemia che stiamo affrontando è stato denominato dall'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) “Sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2” (SARS-CoV-2), mentre la malattia ad esso associata è stata denominata COVID-19 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I sintomi più comuni comprendono febbre, stanchezza e tosse secca. Alcuni pazienti hanno riferito indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea. Questi sintomi sono generalmente lievi e iniziano gradualmente. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave e insufficienza renale, portando sino alla morte.

“L’analisi dei dati sull’andamento del contagio”

I positivi | I dati pubblicati giornalmente dalla Protezione Civile riguardano prevalentemente gli infetti accertati, ovvero, i pazienti ai quali è stato effettuato il tampone e sono risultati positivi al SARS-CoV-2. Il numero reale di contagiati, perciò, resta sottostimato, in quanto, salvo rare eccezioni, è molto difficile identificare i pauci-sintomatici e gli asintomatici. Questi dati sono spesso presentati come “numero assoluto”, ovvero, il numero reale dei pazienti identificati come “positivi”, senza tener conto che, a livello puramente statistico, la percentuale degli infetti dipende dal numero di test effettuati e dalle caratteristiche della popolazione testata: questa costituisce una prima criticità dal punto di vista dell’analisi dei dati disponibili.

Una seconda criticità è rappresentata dal cosiddetto “lag temporale”, ovvero, dal tempo che intercorre dall’analisi di un tampone alla pubblicazione del risultato del tampone stesso. Questo “ritardo” è dovuto alla crescente esigenza di effettuare test sulla popolazione e, quindi, al crescente carico di lavoro nei laboratori che analizzano i tamponi. Ciò comporta come il numero reale di persone infette, che sia nel Veneto, in Italia o nel mondo, non sia mai aggiornato in tempo reale. Pertanto, la curva epidemiologica andrebbe traslata indietro di qualche giorno, rispetto al momento in cui la si osserva.

I decessi | È importante considerare come intercorra un certo ritardo anche nella pubblicazione dei dati relativi ai deceduti in ospedale, che spesso non corrisponde al giorno effettivo in cui si è registrato il decesso.

Per condurre analisi epidemiologiche quanto più precise e produrre statistiche accurate ed affidabili, l’ISTAT ha messo a disposizione delle schede di morte che permettono al personale sanitario di fornire informazioni essenziali sul deceduto e sulle circostanze del decesso. Tali schede servono per certificare come la morte sia avvenuta per COVID-19 (“morte di coronavirus”), o come il COVID-19 non abbia causato direttamente il decesso, ma aggravato un quadro clinico già compromesso (“morte con coronavirus”). Naturalmente, un decesso è conteggiato come legato a COVID-19 solo a certificata positività al virus del deceduto.

Seguono alcune delucidazioni relative alla terminologia utilizzata:

Periodo di incubazione – Il tempo che intercorre tra il contagio e lo sviluppo dei primi sintomi. L’intervallo temporale massimo è stato collocato a 14 giorni, ma serviranno altri studi per delimitarlo con maggior precisione.

Tasso letalità – Il termine serve per indicare la percentuale calcolata sul numero di persone decedute per una determinata malattia diviso per il numero totale di persone che si sono ammalate. Il problema del calcolo del tasso di letalità, per le motivazioni sopra descritte, non è l’operazione in sé, bensì determinare con certezza i due numeri da utilizzare nel calcolo.

Tasso di mortalità: si ottiene dividendo il numero delle persone decedute a causa della malattia per il totale degli esposti (cioè l’intera popolazione interessata). Ad esempio, il confronto tra i dati di marzo 2019 e marzo 2020 fornisce una reale dimensione del fenomeno.


CONSULTA LE SOLUZIONI TECNOLOGICHE ED I PARTNER DEL PROGETTO